A Barberino la presentazione della versione italiana del libro scritto dal figlio del pilota americano Harry George. Presente anche il Console Generale degli Stati Uniti d’America a Firenze, Ragini Gupta
Si svolgerà Lunedì 10 Luglio alle ore 18 presso il Palazzo Pretorio di Barberino la presentazione della traduzione italiana del libro “Georgio l’americano, la storia vera di un pilota statunitense salvato dal gesto eroico di persone comuni”, scritto da Harry D. George e Harry D. George Jr.
Un affascinante racconto in prima persona dell'aviatore Harry D. George salvato da alcune famiglie di Barberino che lo hanno protetto fino al giorno della liberazione.
Alla presentazione interverranno Il Console Generale degli Stati Uniti d’America a Firenze, Ragini Gupta; il Sindaco del Comune di Barberino, Giampiero Mongatti e l’Assessore alla Cultura del Comune di Barberino, Fulvio Giovannelli.
Durante la serata parteciperanno la testimone Lina Ferri che ha vissuto la vicenda all'epoca dei fatti. Saranno presenti Manuel Gori e Stefano Bettarini che hanno ritrovato e ricostruito la storia e in seguito pubblicato il libro della versione italiana.
“L’incredibile avventura di Harry George cominciò il 22 giugno 1944, quando l’aereo sul quale volava partì dalla Corsica per la missione di distruzione di un ponte ferroviario a Gricigliana in Val Bisenzio, per l’interruzione dei rifornimenti tedeschi. L’aereo modello B-25 J Mitchell, denominato Mckinley Jr High, sul quale era presente l’equipaggio del 487° Bomb Squad, venne colpito dalla contraerea tedesca e precipitò sui monti della Calvana. L’equipaggio era composto da sei avieri: T. Casey, P. Kaplan, P. Ahlstromh, H. George, E. Dombrowsky, G. Obravatz. Dopo l’attacco all’aereo sopravvissero il copilota George, il bombardiere Dombrowsky e il mitragliere Obravatz . Harry George prese il comando del bimotore in fiamme, al posto del pilota Casey ferito a morte, e prima dello schianto al suolo riuscì a gettarsi con il paracadute, atterrando nei boschi che circondano la zona di Pimonte a Barberino. Gli altri due avieri vennero catturati e fatti prigionieri. Dopo l’atterraggio Harry cercò di nascondersi nel bosco per sfuggire ai soldati tedeschi lo cercavano invano in tutta la zona. Nei giorni successivi alcuni contadini, che avevano visto un paracadute scendere nella valle, decisero di andare a vedere se nel bosco ci poteva essere qualcuno che aveva bisogno d’aiuto. Così fu. Trovarono il militare americano e decisero di aiutarlo. Beppe Ferri con la collaborazione degli amici Nello Niccoli e Renzo Fantoni, si prodigò nel sostentamento dell’aviere nascondendolo nelle grotte della Calvana, portandogli vestiti civili, viveri e appoggio morale. Per ben 78 giorni Harry visse nel terrore di essere scoperto. Le truppe tedesche che pattugliavano la zona minacciavano di morte Beppe Ferri e la sua famiglia. Nonostante il rischio corso Beppe continuò a prestare il suo aiuto a Harry, mostrando tutto il suo coraggio. L’aviere sapeva con certezza di aver trovato la solidarietà delle famiglie che lo stavano salvando. Il giorno 9 settembre 1944 finalmente gli Americani liberarono Barberino; Harry uscì allo scoperto festeggiando insieme ai suoi salvatori. Fu accompagnato in piazza a Barberino dove trovò altri membri dell’esercito americano che lo riportarono a casa. Gli anni successivi Harry rimase in contatto con le famiglie dei suoi eroi e nel 1969 tornò per una grande festa a Barberino. Nel 1990 Harry si spense per una malattia. Il figlio Harry George Jr, appassionato di scrittura, decise di scrivere un libro sulla storia che suo padre gli aveva raccontato e sulle lettere che l’aviere scrisse durante la guerra. Nel 2005 pubblica il libro “Georgio Italiano”. Oggi, grazie alle ricerche svolte da Manuel Gori e Stefano Bettarini, è stato possibile riportare alla luce altri dettagli della vicenda, sono stati visitati i luoghi chiave del libro e per non dimenticare sono stati posti dei memoriali per celebrare quella che è stata una grande storia di guerra e umanità, con l’obiettivo di trasmettere alle nuove generazioni il valore della vita”.